MILANO – Lavorare meno per lavorare meglio. Un anno fa, questo slogan accompagnava l’avvio dei primi progetti pilota su larga scala in Italia sulla settimana lavorativa di 4 giorni, a parità di stipendio. Oggi, 12 settembre 2025, con la pubblicazione dei primi report consolidati da parte delle aziende e degli osservatori del mercato del lavoro, è possibile tracciare un primo, significativo bilancio. I risultati sono incoraggianti e a tratti sorprendenti: la produttività in molti casi è aumentata e il benessere dei dipendenti è migliorato nettamente. Ma il modello non è una panacea universale e la sua applicazione su larga scala resta complessa.
Diverse decine di aziende italiane, da startup tecnologiche a realtà manifatturiere, hanno aderito alla sperimentazione basata sul modello “100-80-100”: 100% dello stipendio, 80% del tempo, in cambio del 100% della produttività. L’obiettivo era verificare se la promessa di un weekend lungo potesse spingere a una maggiore efficienza e concentrazione durante le ore lavorative.
I Dati Positivi: Meno Stress, Più Efficienza
I risultati aggregati, presentati stamattina in un convegno a Milano, parlano chiaro.
- Benessere dei Dipendenti: Si registra un calo medio del 65% dei livelli di stress e burnout percepiti. I lavoratori riportano un miglior equilibrio tra vita professionale e privata, più tempo per la famiglia, gli hobby e la cura personale. Il numero di giorni di malattia è diminuito in media del 40%.
- Produttività Aziendale: Contrariamente ai timori iniziali, la produttività media è aumentata del 15%. Le aziende hanno riferito che la riduzione dell’orario ha costretto i team a ottimizzare i processi, eliminare le riunioni superflue e concentrarsi sugli obiettivi chiave.
- Attrattività sul Mercato: Le aziende che hanno adottato la settimana corta hanno visto un aumento del 300% delle candidature spontanee. Questo modello si è rivelato un potentissimo strumento di employer branding per attrarre e trattenere i talenti.
“Il venerdì libero non è un regalo, è il risultato di un’efficienza conquistata dal lunedì al giovedì,” ha dichiarato Marco Rossi, CEO di una società di software che ha partecipato al test. “Abbiamo eliminato le riunioni senza un’agenda chiara e abbiamo implementato ‘focus hour’ in cui le interruzioni sono vietate. Il risultato è che in 32 ore produciamo di più che nelle precedenti 40.”
Le Sfide e i Settori Esclusi
Tuttavia, il report evidenzia anche le difficoltà. Il modello si adatta bene alle aziende basate su obiettivi e performance individuali (tech, servizi professionali, marketing), ma la sua implementazione è molto più complessa nei settori che richiedono una presenza fisica continua.
Nella manifattura, alcune aziende hanno sperimentato con successo una riorganizzazione dei turni, ma altre hanno riscontrato costi insostenibili per coprire il giorno di chiusura. Nel commercio al dettaglio e nella ristorazione, la settimana di 4 giorni per il personale si scontra con la necessità di garantire l’apertura al pubblico per 6 o 7 giorni.
“Non possiamo semplicemente spegnere i macchinari il giovedì sera,” spiega un imprenditore del settore metalmeccanico. “Per noi, la settimana corta significa assumere più personale, un costo che non tutte le PMI possono sostenere.”
Il Futuro del Lavoro è Flessibile
La conclusione a cui giungono gli esperti è che la settimana lavorativa di 4 giorni non sarà probabilmente uno standard universale, ma piuttosto la punta di diamante di una tendenza più ampia verso una maggiore flessibilità lavorativa.
Il vero lascito di questi esperimenti è aver dimostrato che il tradizionale modello di 40 ore distribuite su 5 giorni non è più l’unico possibile. Le aziende sono ora più aperte a esplorare modelli ibridi, orari flessibili in entrata e uscita e un approccio basato sulla fiducia e sul raggiungimento degli obiettivi, anziché sul mero conteggio delle ore passate in ufficio. La discussione è aperta, ma una cosa è certa: la riflessione su come lavoriamo e, soprattutto, su come viviamo, è cambiata per sempre.
